“Nell’uomo autentico si nasconde un bambino che vuole giocare” (Friedrich Nietzsche).
Eterni Peter Pan. Ognuno di noi racchiude un’anima di fanciullo, quella voglia di volare con il cuore e con i pensieri verso un’isola che non c’è dove si respira allegria, positività e voglia di giocare.
É come quando da bambini non vedevamo l’ora di sfidarci a “campana” con l’amico del cuore. Sì, perché abbiamo bisogno di condivisione, di stare insieme e di divertirci.
E giocando si può anche scoprire, imparare e cambiare.
Il cambiamento avviene in ogni momento, sia in termini temporali, che di abitudini. Ciò che sicuramente è cambiato, negli ultimi venti anni, è lo spazio di gioco: non ci troviamo più in cortile o nel giardino della nonna, ma a casa con il nostro device.
Basti pensare ai nativi digitali, i bambini cresciuti a pane e computer, e ai bambini nati nel pieno della terza generazione digitale, tra smartphone, tablet e Mobile App che riescono ad utilizzare con disinvoltura il touchscreen del proprio dispositivo.
Le nuove tecnologie plasmano le nostre abitudini e il modo in cui interagiamo con gli amici, certo, e proprio per questo dobbiamo mantenere la nostra individualità, essere curiosi, continuare a sognare e mettersi in gioco.
La tecnologia è importante, ma non basta: guardiamo alla socialità come formula per crescere individualmente, è indispensabile il confronto, il “saper pensare” e vivere di persona le esperienze quotidiane.
Solo così possiamo davvero capire quali siano le nostre capacità affrontando anche sentimenti di sconfitta e di delusione.
Perché come dice lo scrittore britannico Roald Dahl “la vita è più divertente se si gioca”.