Si chiama Scarabeo il cugino del famoso Scrabble americano ed è il gioco da tavolo che mette alla prova le capacità linguistiche.
Esistono però alcune, quasi impercettibili, differenze tra i due parenti: il tabellone dello Scarabeo su cui si devono incastrare le lettere per formare alcune parole, ad esempio, è composto da 130 caselle per un grandezza complessiva di 17 x 17 (Scrabble ha 225 caselle per una dimensione complessiva di 15 x 15).
Ma vediamo insieme quali sono le regole del gioco: si gioca in due, in tre o in quattro e ogni giocatore deve disporsi attorno al tabellone; sulle tessere della scacchiera devono essere composte parole di senso compiuto e complete, disposte orizzontalmente o verticalmente, che siano leggibili dall’alto al basso o da sinistra a destra. Attenzione a controllare la cifra che si trova in basso a destra ad ogni lettera: i giocatori devono sommare tutti i numeri contenuti in ciascuna tessera e appuntare sul proprio taccuino il valore numerico ottenuto.
Dopo aver estratto da un apposito sacchetto la lettera alfabeticamente più alta, la partita prende il via a ritmo di una clessidra segna-tempo: il primo giocatore estrae a caso otto tessere sistemandole successivamente su un leggio, altrettanto fanno tutti i partecipanti.
Il primo giocatore dispone sulla scacchiera la parola ideata ricordandosi di sommare ciascun numero contenuto in ogni tessera.
La mano passa quindi al secondo giocatore di sinistra mentre il primo estrae dal sacchetto tante tessere quante ne ha giocate (ciò gli consente di avere sempre 8 lettere da riporre sul leggio). Qual è l’obiettivo del rivale? Riuscire a comporre una parola che abbia una lettera in comune con la parola formulata precedentemente.
Il gioco prosegue fino a quando non saranno terminate tutte le lettere contenute nel sacchetto e uno dei giocatori non ha finito le proprie.
Vince chi finisce per primo tutte le lettere del sacchetto ottenendo il maggior punteggio possibile.
N.B. Sono consentite tutte le parole presenti nel vocabolario Zanichelli ad esclusione dei nomi propri e geografici.
E allora non resta altro che dare il via alla partita!