Il gioco, come l’arte, è sempre stato parte integrante della vita di ciascuno di noi, fin dai tempi dell’antichità. Per secoli l’uomo ha speso il proprio tempo libero dilettandosi con i giochi da tavola o di qualsiasi altro genere: le bocce, la dama, le carte, gli scacchi, i dadi e perfino il lancio della palla.
Sono svaghi indispensabili per tutti noi, non solo perché agevolano la nostra crescita cognitiva e relazionale, ma anche perché sono come una formula magica: in quel momento, in quella partita, ti trovi catapultato su un altro pianeta dove il divertimento ti tiene lontano dai problemi quotidiani. Almeno per tutta la durata della partita.
Se vogliamo approfondire lo studio dei giochi nell’antichità, dobbiamo analizzare l’arte e le opere d’arte, i perfetti strumenti che ci hanno concesso di studiare e di approfondire le abitudini dei nostri antenati.
Vediamole insieme, facciamo un tuffo nel passato per arrivare fino all’epoca moderna.
Al tempo degli antichi egizi, il gioco più praticato è il Senet, una dama a colpi di fortuna sfidando il Destino per guadagnarsi la vita ultraterrena.
Anche i greci si divertono nel loro tempo libero lanciando però i dadi, come testimoniano i dipinti a figure nere sulle anfore del 530 a.c che ritraggono la partita tra Achille e Aiace, sorpresi in un momento di tregua durante la guerra.
Al contempo, pure i romani si sfidano a colpi di dadi all’insegna del divertimento durante una partita ad Alea, l’antenato del Backgammon (un gioco da tavolo di perizia e dadi).
Le fanciulle, invece, si dilettano a giocare a palla comode nei loro bikini durante le gare a carattere sportivo.
Dal XI secolo d.c in poi, molte opere d’arte dimostrano come i giochi di dadi e gli scacchi siano i più praticati da tutti i ceti sociali; anche Caravaggio tocca questo tema nella sua tela “I Bari” dove due giocatori d’azzardo si disputano la partita a carte dello “zarro”, allora ritenuto pericoloso perché scaturiva risse e aspre contese.
Anche nella cosiddetta arte contemporanea il tema del gioco continua ad essere fonte di ispirazione per grandi artisti come Cézanne, Picasso e Benton. Ne “I giocatori di carte” di Cézanne, ad esempio, si possono ammirare due giocatori intenti a sfidarsi a poker, con “Il gioco delle bocce”, Matisse invece ritrae tre uomini su una distesa verde che si divertono a lanciare il boccino e due bocce nere.
Solo qualche anno più tardi, dopo la Prima Guerra Mondiale, torniamo al gioco delle carte: “Invalidi di guerra giocano a carte” di Otto Dix è una tela che raffigura tre reduci di guerra dal volto sorridente seppur sfregiato che si sfidano a turni nell’estrazione di carte.
Una chiara dimostrazione di come, nonostante le avversità, il gioco sia importante per la vita di ciascuno di noi e fondamentale per ritrovare il proprio benessere interiore.